Sabato 15 febbraio, alle 15.30, la sala Frate Agostino del Museo Civico di Crema e del Cremasco, ha accolto una conferenza di natura storica dal titolo: “Iconoclastia e resilienza nella storia della città di Crema dall’assedio del Barbarossa ad oggi”. Un evento realizzato dall’Araldo in collaborazione col Touring Club Italiano, sezione di Crema, e sotto il patrocinio comunale. Sono intervenuti in qualità di relatori: Mario Cassi, Presidente de L’Araldo ODV, Gian Attilio Puerari, nelle vesti di Vice Presidente, e Tino Moruzzi, ricercatore storico-locale.
La giornata è stata introdotta dal breve intervento di Anna Maria Messaggi, Console del Touring Club Crema, che ha espresso sinceri ringraziamenti al numeroso pubblico accorso, rimarcando la stretta sinergia con l’Araldo nel dare vita ad iniziative di tale portata.
Mario Cassi, dal canto suo, si è relazionato al pubblico mostrando tramite slides un’immagine raffigurante la città di Crema, opera di Gian Maria Carioni, pittore ed esperto in storia dell’arte, che l’autore ha creato non solo per questo evento ma al contempo per altri cicli di conferenze riguardanti Crema. In essa sono raffigurati i principali ed importanti monumenti della città. Il presidente de l’Araldo, in secondo luogo, ha illustrato gli aspetti salienti, le tappe di com’era la città di Crema: l’assedio del 1159 e la completa distruzione della città avvenuta nel 1160; la riedificazione compiuta da Federico Primo Barbarossa nel 1185; l’assedio del 1514 che sancì la vittoria della repubblica veneziana. Mario Cassi, inoltre, ha tenuto a precisare che lo stemma di Crema, nel corso dei secoli, ha subito una serie di trasformazioni: dal gonfalone composto dalla croce d’argento in un campo rosso e dallo stemma dinastico del Marchese di Monferrato donato sempre nel 1185 all’approvazione definitiva del 1939. Nella stampa “piazza di Crema”, opera del cartografo veneto Vincenzo Maria Coronelli, del 1699, la presenza degli stemmi dei rettori veneti, rappresenta la peculiarità dominante.
Gian Attilio Puerari, ha trattato la parte relativa al palazzo comunale e agli edifici pubblici del 1900, precisamente nel periodo del regime fascista. In tale direzione, nel 1933, il governo applicò le sue insegne agli edifici pubblici, e, tra i tanti, l’Istituto Magistrale costituì a tal proposito una costruzione tipica del periodo storico di riferimento. Il 25 aprile 1945, terminato il conflitto bellico, le insegne ed i simboli del precedente governo vengono cancellati e rimossi. Il 2 giugno del 1946, gli italiani vennero chiamati alle urne per esprimersi in merito alla successiva forma di governo da scegliere tra la monarchica e la repubblica. Il popolo italiano propese per la Repubblica, e, in quel frangente, il monumento eretto nel 1881 nell’allora Piazza Roma, dedicato a Vittorio Emanuele II, venne fatto segno di un attentato con esplosivo che ne determinò ampie lacerazioni, tanto che per motivi di sicurezza ne venne ordinata la rimozione completa. Nel 2013 un apposito comitato promotore per il recupero e la restituzione alla città di Crema del monumento al Re gli conferì una nuova vita ricollocandolo nella piazza originale.
Il geometra Tino Moruzzi, ricercatore storico, ha percorso un “viaggio a ritroso” nel tempo fino a giungere all’inizio della costruzione dell’edificio comunale del 1525 e di cui ricorre quest’anno il cinquecentenario della deposizione della prima pietra. Ha puntualizzato che la piazza principale della città è un concentrato di edifici pubblici, religiosi e politici caratterizzato da un’evoluzione avvenuta nel corso dei secoli riguardo agli aspetti stilistici ed architettonici.




