Festeggiati, sabato 9 settembre 2023, in mattinata, nella splendida Piazza Aldo Moro a Crema, il decennale della ricollocazione della statua di Re Vittorio Emanuele II nella piazza medesima.

La statua venne collocata, su indicazione dall’autore, il noto scultore milanese Francesco Barzaghi, nel lontano1881,а vent’anni dalla raggiunta Unità d’Italia.  Le finalità e le intenzioni furono quelle di trasmettere alle future generazioni i sentimenti d’appartenenza e gratitudine verso la Patria. Tino Moruzzi, Presidente del Comitato promotore del monumento dedicato alla figura di Vittorio Emanuele II, ha sottolineato all’inizio della manifestazione, della cerimonia, le intenzioni di chi volle il monumento e allo stesso tempo del Comitato che dieci anni or sono ne promosse il recupero-restauro.  Quest’ultimo, è stato proposto per celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, di concerto con l’allora amministrazione capeggiata dal sindaco Bruno Bruttomesso.

Non è stato un intervento di facile attuazione, tiene a precisare Tino Moruzzi, in quanto è stato necessario mettere assieme tutti i pezzi che componevano la statua e il basamento che, a seguito dell’attentato del 1946, erano stati accatastati nel giardino retrostante la sala Pietro da Cemmo, presso i chiostri del Sant’Agostino. Sono state inoltre integrate le parti mancanti per restituire alla città di Crema un’opera di grande rilevanza artistico-storica.

Al termine dell’intervento di Tino Moruzzi, il sindaco Fabio Bergamaschi ha colto l’occasione per esprimere sinceri ringraziamenti al Comitato promotore della ricollocazione della statua: “una salvaguardia di una certa importanza grazie anche al contributo delle istituzioni e dei cittadini. Il monumento ci ricorda l’Unità d’Italia, che rappresenta un momento fondamentale di un periodo storico che non può essere rimosso.

Su invito dell’ex sindaco Bruno Bruttomesso, ha speso parole di circostanze Antonio Agazzi, Presidente del Consiglio Comunale all’epoca dei fatti in cui si è presa la decisione di ricomporre e di conferire la giusta configurazione al monumento. “Nel 2011 ha detto l’allora Presidente del Consiglio comunale, ricorrevano i 150 anni dell’Unità d’Italia: ci siamo consultati per trovare una soluzione consona ai fini delle celebrazioni; e all’atto pratico si è deciso di ricuperare il monumento che giaceva nei depositi del Museo Civico.

II capitano Alberto Amedeo Musumeci del 10° si è relazionato al pubblico convenuto portando i saluti del Comandante del decimo Reggimento Guastatori di Cremona, ha detto che è un onore e un piacere partecipare a manifestazioni di tale natura che contribuiscono a mantenere viva la memoria, e ha ringraziato il Comitato e i cittadini. La cerimonia, alla quale erano presenti le bandiere dei rappresentanti delle associazioni d’arma e combattentistiche, è volta a conclusione con le note dell’Inno nazionale eseguito dalla banda cittadina Giuseppe Verdi di Ombriano.

DISCORSO  DEL  DECENNALE

Cari concittadini,

siamo riuniti in questa elegante piazza della nostra Città per celebrare un DECENNALE che coinvolge, credo sentitamente, un po’ tutti: sono infatti ben DIECI anni (quasi non sembra vero) da quando il 7 settembre 2013 il Comitato Promotore per la Restituzione alla Città di Crema del Monumento a Vittorio Emanuele II consegnava in questa stessa Piazza alla Sindaco di allora il Monumento restaurato, risarcito e ricomposto in ogni sua parte, collocato completo nello spazio originario voluto dai cremaschi Donatori del 1880 – questa Piazza, che subito si nominò Vittorio Emanuele II, poi Roma e oggi Aldo Moro – la cui presenza testimoniale ha elevato non solo il livello estetico ambientale cittadino, ma ha risarcito anche la Comunità di un emblema profondamente voluto dalla sua Fede nell’Unità della Patria e nell’Arte che da noi non furono mai disgiunte, celebrando esse e insieme i più significativi traguardi dell’anima pubblica nel corso della lunga Storia cittadina.

  • Il primo traguardo potremmo definirlo il più sentimentalmente operante della coscienza di Comunità.
  • Che la Città fosse molto sensibile nel costantemente ricercare e applicare il proposito di affermarsi anche attraverso l’esercizio del pubblico decoro, è dimostrato dalla sua attitudine, praticata per secoli, di saper concepire l’insorgente e complessa idea urbana associabile all’avvenente congiunzione tra armonia e immaginazione – retaggio questo di antica civiltà – convertita poi in stili, spazi, volumi, colori, offrendo un immagine magniloquente ed equilibrata di sé nel costruito e delle loro forme e proporzioni, tutte congruenti col concetto di imago urbis che introdotto quale incitamento di Stato raccolto nell’ icastica espressione di Buon Governo contenuto nell’ incontro con la straordinaria cultura della Repubblica di Venezia, ha trovato in questa parte di Lombardia terreno fertile e già irrorato da un lato dall’altrettanto straordinaria cultura Viscontea-Sforzesca e dall’altro dalla fertile sensibilità di una cittadinanza aperta agli stimoli esterni da filtrare e interpretare, però, secondo il sentire della propria connaturata cultura.
    Al punto di saper realizzare, a partire dalla fine del Quattrocento, quella forma urbis imponente nella giacitura ed elegante nel profilo da essere subito chiamata Città nova e che è giunta pressoché intatta ed arricchita fino a noi.
  • Il secondo, che potremmo definire di emozione Risorgimentale, seppe coinvolgere l’ampia determinata adesione di ben tre generazioni di cremaschi soprattutto giovani.
  • L’Unità d’Italia e il bisogno collettivo di attestare con l’immortalità dell’Arte monumentale la riconoscenza per la grandezza del traguardo raggiunto che poneva fine alla dispersione in tal modo politica e territoriale ” del bel paese là Dove ‘I sì suona,” (così Dante Alighieri, Inferno, Canto XXXIII, verso 80), si espresse in diffuse testimonianze, ora grandiose ora umili ma sempre sentite sincere e spontanee, di perenne ringraziamento affidato a bronzi e a marmi pregiati elaborati da mani abili e coscienze sensibili che solo possono avere i maestri illuminati dalla scintilla creativa.
    E così la Città quando volle esprimere il suo civico sentimento di riconoscenza seppe essere all’altezza della propria migliore tradizione e la straordinaria circostanza di celebrare il Primo degli Autori dell’Unità d’Italia – Re Vittorio Emanuele II – si trasformò in un opera d’arte a figura intera dal misurato linguaggio urbano, affidata alle valenti mani di uno degli scultori più in vista del Verismo lombardo, quel Francesco Barzaghi, milanese, che direttamente incaricato dall’ emozionata popolazione cremasca, saprà raccontare in una monumentalità sobriamente appagante la regale quietata espressione di Colui che, attraverso prove possenti e decisioni lungimiranti, seppe trasformare l’Ideale in azione concreta, perseverante, realizzatrice del nuovo Stato Unitario certificando in tal modo il comune approdo nel mondo nuovo di coloro che, redenti per virtù propria, si sentono e sono liberi e sovrani nelle antiche terre dei Padri.

Patria e Arte a loro volta si trovavano ancora unite dall’armonia e immaginazione nella ricerca del bello quale testimonianza di Devozione cittadina alla nuova vita italiana.

  • Il terzo, potremmo definirlo di Fede in se stessi che incoraggia a riappropriarsi di quanto Perduto.
  • E’ anch’esso un moto dell’anima che si ribella al vulnus di un destino di distruzione voluto o dall’uomo o dalla fatalità e che priva la Comunità di una parte profondamente espressiva e simbolica di sé. Come avvenne nell’ormai lontano 1946 quando, di notte, il monumento a Vittorio Emanuele II subì l’atto vandalico di una vendetta postuma, che nel ferire la coscienza della Comunità cremasca mandò in frantumi ed in apparenti condizioni irrimediabili una scultura, un opera d’Arte e con essa il comune sentire di una popolazione che aveva assoluto bisogno di risorgere a nuove speranze. I resti umiliati vennero racchiusi nel sarcofago dell’oblio e così rimasero per oltre 60 anni depositati ai margini della nuova vita che faticosamente ma con costante e vigoroso successo costruiva le strade di una nuova Storia pur nella continuità di popolo forgiato da antichi valori.Poi lo straordinario evento del Centocinquantesimo Anniversario dell’Unità d’Italia insieme all’urgenza di dare corpo ad una manifestazione di concreta Riconoscenza, riunì i resti del monumento alla volontà di un gruppo di otto Amici genuinamente cremaschi (un ricordo per Severina Donati che ci ha lasciati nel gennaio di quest’anno), i quali attraversando complesse vicende di attestazione di ideali appesantite purtroppo da quelle tortuosità burocratiche dalle quali nei nostri tempi siamo un po’ tutti afflitti, riuscirono ad affidare ancora una volta ai concittadini l’integrità di un Monumento, di un Ricordo, di riempire un Vuoto, di rimarginare la Ferita dello spirito pubblico, restituendo quanto sottratto in una notte violenta agli onori di una Piazza e al Decoro di una Città che dal cuore della profonda provincia Lombarda seppe dimostrare di essere attivamente partecipe della grande Storia Nazionale.

    Con questo soddisfacente risultato di armonia e immaginazione e, permettete l’espressione, di volontà, il Comitato chiude la sua vicenda avendo RAGGIUNTO LO SCOPO per il quale si era istituito. Ha consegnato e rinnova oggi la consegna del Monumento ad una Piazza che così si completa e si riappropria delle sue connotazioni Cerimoniali, di convegno di Popolo, di relazione, di incontri, di mercato: in altra espressione più suggestiva di una Piazza all’Italiana.

    Nel prossimo anno verrà pubblicato e gratuitamente distribuito un testo che darà conto di tutta la vicenda. Tuttavia l’esperienza vissuta non andrà dispersa ma rimarrà a disposizione della Cultura e della Storia della nostra Comunità magari per stimolare, sempre con armonia e immaginazione, altre future iniziative.

    Si ringraziano le Autorità e i cittadini presenti che hanno voluto onorare la Ricorrenza.

    Ancora si esprime sentita gratitudine ai Privati, alle Istituzioni, agli Enti Pubblici civili e morali che ci hanno aiutato a raggiungere il Fine e, quale compagna virtuosa di una intricata via, si ringrazia la benevolenza di tutti.

    Viva L’Italia Unita

    Viva la Nobile Città di Crema

    CREMA, 9 SETTEMBRE 2023

    COMITATO PROMOTORE

    IL PRESIDENTE

    Tino Moruzzi

IL BOZZETTO DELL’ANNULLO COMMEMORATIVO DEL 9 SETTEMBRE 2023
LE AUTORITA’ CIVILI E MILITARI
L’INTERVENTO DEL CAPITANO ALBERTO AMEDEO MESUMECI DEL 10° REGGIMENTO GENIO GUASTATORI DI CREMONA
IL COMITATO PROMOTORE: TINO MORUZZI, LODOVICO BENVENUTI, ALESSANDRO MARAZZI, MARIO MARAZZI, PIETRO MARTINI, GIANMARIA CARIONI, MARIO CASSI.   SI E’ ANCHE RICORDATA LA CARA FIGURA DELLA SCOMPARSA SEVERINA DONATI,
L’ALLOCUZIONE DEL PRESIDENTE DEL COMITATO PROMOTORE TINO MORUZZI.
IL PUBBLICO
L’INTERVENTO DEL SINDACO DI CREMA FABIO BERGAMASCHI
IL PRESIDENTE TINO MORUZZI
LE ASSOCIAZIONI D’ARMA INTERVENU
LA BANDA GIUSEPPE VERDI DI OMBRIANO
L’EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE ANTONIO AGAZZI, IL SINDACO FABIO BERGAMASCHI E L”EX SINDACO DI CREMA BRUNO BRUTTOMESSO.                                                                                                                                        
LE AUTORITA’ CIVILI E MILITARI
IL SALUTO DELLE AUTORITA’ MILITARI ALL’EX SINDACO DI CREMA BRUNO BRUTTOMESSO
IL CORTEO PER LA DEPOSIZIONE DELLA CORONA D’ALLORO
FOTO DI GRUPPO CON LE AUTORITA’
IL CAPITANO ALBERTO AMEDEO MESUMECI DEL 10° REGGIMENTO GENIO GUASTATORI DI CREMONA
L’INTERVENTO DELL’EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE ANTONIO AGAZZI